Letteratura - Giovanni Meli

Collana dedicata alla produzione letteraria di Giovanni Meli.
Nato il 6 marzo del 1740, nel quartiere della Kalsa, da un orefice, malgrado la condizione sociale ed economica, gli fu possibile accedere al collegio dei Gesuiti, che allora erano estremamente potenti, e poi continuare gli studi per esercitare la professione di medico. Protetto dal principe di Campofranco, a meno di vent’anni si fece apprezzare per alcune sue composizioni poetiche ed entrò a far parte della Compagnia della Galante Conversazione In quella Compagnia Meli ebbe modo di frequentare, oltre ai principi e ai titolati dell’epoca, i migliori docenti della Reale accademia di medicina e alcuni degli intellettuali palermitani più impegnati.
Per quella Compagnia compose e pubblicò nel 1762 il suo primo poema in lingua siciliana La fata galanti.
Trascorse, dopo gli studi, come praticantato, cinque anni a Cinisi (1767-71), e anche lì iniziò un’opera in versi, La Buccolica, alla quale sarebbe stato unito per sempre il suo nome come moderno Teocrito.
Pubblicò negli anni successivi Riflessioni sulla Natura e insieme odi, anacreontiche, canzonette sempre in siciliano che riteneva la lingua naturale della sua Nazione, nelle quali rappresentava con molto garbo ma ferma ironia e senso critico il mondo e la vita aristocratica con la quale era a contatto anche per ragioni professionali (oltre che di monache e frati, fu anche il medico dell’arcivescovo e per questo vestì da abate). Le sue rappresentazioni realistiche sono come tante fotografie di quel tempo, attraverso i suoi versi è possibile vedere e ascoltare uomini e donne di un Settecento popolare che nessuna immagine ha potuto tramandarci.
Nel 1787 pubblicò in cinque tomi la sua opera omnia, aggiungendo un’ampia riscrittura in versi del Don Chisciotte (Don Chisciotti e Sanciu Panza) dove i due personaggi rappresentavano la sua anima divisa, le facce tragicamente opposte di un uomo che aveva dovuto dissimulare tutta la vita con i nobili con i quali era stato a stretto contatto, ma la cui natura e le cui aspirazioni andavano in tutt’altra direzione.
Gli anni successivi lo videro, insieme con l’attività poetica (fondò, con altri intellettuali, l’Accademia Siciliana), sempre più impegnato come medico e come professore all'Università di Palermo (sua fu la prima cattedra di Chimica). Con lui si diffuse anche a Palermo il pensiero più moderno di Lavoisier e finalmente la chimica uscì dalle ombre del Medioevo.
Ultima sua fatica letteraria furono le Favuli morali nelle quali si trova buona parte della sua visione del mondo e del suo impegno per una società migliore, politicamente più giusta ed eticamente più elevata.
Morì di polmonite l’anno successivo, il 20 dicembre 1815, nella sua casa di via Maqueda.

copertina del libro La Lirica I di Giovanni Meli SCONTO DEL 5%
Continua la poderosa impresa di pubblicare l’opera omnia di Giovanni Meli. Il progetto è stato approntato dal compianto professor Salvo Zarcone e prevede la pubblicazione, in edizione critica, di tutte le opere del grande poeta, compresi testi scientifici finora inediti. Ogni volume, curato da noti studiosi, comprende Introduzione, Commento, Note al testo e Apparato, Note biografiche, Bibliografia. ...
€ 28,50 30,00
copertina del libro Don Chisciotti e Sanciu Panza di Giovanni Meli SCONTO DEL 5%
Nel quarto centenario (1605-2005) della prima edizione del capolavoro di Miguel de Cervantes, che ha reso immortali e proverbiali in tutto il mondo i personaggi dell’intrepido e avventuroso hidalgo e del suo fedele scudiero Sancio Panza, Nuova Ipsa Editore propone un altro capolavoro, del più grande poeta siciliano di tutti i tempi, Giovanni Meli (1740-1815), tradotto in mirabili e limpidi versi endecasillabi da Gina D’Angelo, interamente restaurato nelle sue incisioni originali, restituito nella veste definitiva voluta dall’Autore (sull’ultima edizione del 1814) e splendidamente illustrato da Sveva Santamaura. Il poema è suddiviso in tredici canti per un totale di 1074 ottave (8592 versi). In Appendice le regole grammaticali e il glossario siciliano-italiano composti dallo stesso Meli. Don Chisciotti e Sanciu Panza continuano le loro straordinarie avventure per un lettore moderno e attento alle riscoperte. Un’occasione per ritrovare intatta la tradizione e le sue voci più intense ed autentiche. Meli lavorò fino all’ultimo a quest’opera, la più vasta e significativa della sua notevole produzione letteraria. La Sicilia con i suoi intensi panorami, la vita degli umili, dei contadini, dei pastori e dei pescatori, i loro amori, i problemi e le lotte sociali del Settecento europeo, le utopie, le speranze, i sentimenti di una realtà varia e complessa, ricchissima di ansie e di fermenti in un periodo decisivo della storia tra rivoluzione francese e restaurazione. Un’opera centrale della letteratura italiana del Settecento che nella forma del poema mette in scena avventure esilaranti, episodi indimenticabili e dialoghi intensi e ricchi di un humor divertente e graffiante, ironico e critico che precorre, come è stato scritto, il teatro di Luigi Pirandello. Caratteristiche Volume di grande formato (cm 24,5 x 34,5), di 450 pagine, stampato su carta avoriata Burgo di g 120, rilegato in cartocino goffrato Cedro Burgo di g 250 in quadricromia. All’interno, fuori testo, la riproduzione su tela (cm 21 x 29,7), stampata singolarmente a 7 colori, del dipinto realizzato da Sveva Santamaura.   ...
€ 46,55 49,00
copertina del libro La Fata Galanti di Giovanni Meli SCONTO DEL 5%
La Fata Galanti (1762) è il primo poema in versi composto e recitato dal ventenne Giovanni Meli nella moderna accademia, la Galante Conversazione, che il principe di Campofranco aveva aperto nel suo palazzo di Palermo (oggi palazzo Valguarnera-Gangi) nel 1760. L’opera sviluppa finalità diverse: encomiastiche, nei confronti del padrone di casa, ma anche e sullo stesso piano dei confratelli massoni; volontà di mostrare le proprie ampie e sicure conoscenze della tradizione letteraria, filosofica e scientifica; desiderio di distinguersi intelligentemente in un’innovazione moderata, in nuove combinazioni della tradizione e soprattutto nel saperla piegare con una sorta di sorriso ironico e divertito, che a volte diviene riso aperto, nelle forme e nei modi della cultura cittadina, soprattutto popolare, dell’epoca; mostrare, per questa via, un punto di vista interno ma superiore rispetto a questa classe di appartenenza; far conoscere la propria ortodossia (religiosa e filosofica) e quindi presentarsi quale legittimo candidato per la confraternita massonica del Campofranco che con la sua Conversazione portava a Palermo ciò che aveva sperimentato nelle sue frequentazioni parigine. Ne viene fuori un poemetto dalla vena leggera e delicata, tra Ariosto e Berni (non senza però la lettura di Giulio Cesare Cortese) che trascorre dal serio e rispettoso al tono decisamente comico e irriverente e svela nel Meli capacità evidenti di abile verseggiatore. La nuova edizione ne restaura l’ultima volontà dell’Autore riportando il testo dell’edizione 1814 e, insieme con le varianti dei manoscritti, ne riporta quelle dei testi a stampa delle edizioni ’62, ’69, ’87. L’analisi critica dell’opera e dei suoi rapporti intertestuali è preceduta da un’ampia ricostruzione della vita culturale di Palermo e della Sicilia della metà del Settecento e, in particolare, da una completa ricognizione sulle accademie siciliane e, in particolare, della Galante Conversazione e sugli intellettuali che ad essa aderirono.  ...
€ 28,50 30,00
copertina del libro La Buccolica di Giovanni Meli SCONTO DEL 5%
Nella letteratura europea del Settecento l’antica tradizione della poesia pastorale conosce una ripresa vigorosa e viene reinterpretata alla luce di interessi del tutto moderni: la riflessione sull’ordine cosmico e il suo sistema di forze inaugurata dalle ricerche newtoniane, l’approccio filosofico allo studio del tempo naturale e del tempo storico (regolati entrambi da un andamento ciclico), la diffusione dei modelli di sviluppo economico fondati sulle teorie fisiocratiche. In questa nuova prospettiva si colloca anche il progetto de La Buccolica di Giovanni Meli, poema composto di egloghe e idilli in dialetto siciliano, suddiviso in quattro sezioni intitolate alle stagioni dell’anno e pubblicato fra il 1787 e il 1814. Sia nell’ampiezza che nella varietà dei metri e dei registri quest’opera rivela la felice disponibilità dell’autore ad assimilare e rifondere originalmente alcuni recenti esempi europei (da Pope a Thomson, da Saint-Lambert a Gessner) e l’illustre tradizione ‘sicula’, ricondotta con orgoglio a Teocrito. Così, sotto il segno di Pan, nei versi meliani si alternano segmenti lirici in cui l’amore è celebrato, lucrezianamente, come «focu dilicatu» che «scurri e va di cosa in cosa», e terzine celebrative di un mondo agricolo dai connotati utopici, pacifico e laborioso, retto dalla giustizia e dalla fratellanza. E ancora, alla rivendicazione della necessità di educare gli uomini così come si coltivano le piante (temperando «pri la via di lu cori e di la menti» la forza selvaggia dell’istinto) si accostano le lodi dell’antica sovranità di Gelone siracusano, che impiegò la sua forza non per spargere il sangue ma «a stabiliri in tronu la raggiuni», o la contemplazione ammirata delle infinite specie che popolano l’aria, le acque e la terra, fino all’«occulti vii» delle sue profondità, in cui la natura custodisce pietre e metalli preziosi confusi «tra rocchi, crita e fangu». Il volume presenta il testo Buccolica nella redazione critica già felicemente messa a punto da Giorgio Santangelo, ma con una nuova traduzione italiana di Michele Purpura, l’introduzione e il commento di Francesca Fedi....
€ 23,75 25,00
All’ampia produzione poetica di Giovanni Meli, eclettico intellettuale attivo a Palermo tra la fine del XVIII e l‘inizio del XIX secolo, è stata ed è tuttora dedicata molta attenzione; solo a partire dai primi anni del ’900 si è andata arricchendo l’indagine storica sulle sue attività di medico e di professore di Chimica. Medico lo divenne, riferiscono i suoi biografi, non per vocazione ma su spinta della madre, perché con la rendita futura potesse contribuire al magro bilancio familiare. Nei suoi studi di medicina ebbe ottimi maestri, Baldassare Fagiani (1713 – 1763), Stefano Pizzoli (1717 – 1797) e Giovanni Gianconti (? - 1800), dai quali fu molto apprezzato. Ottenuta la licenza per l’esercizio della professione, fu medico condotto a Cinisi, per quasi sei anni, e poi esercitò la professione di medico per il resto della sua vita - fu anche medico ordinario del Presidente del Regno - apprezzato da tutta la società palermitana, dalla nobiltà ai poveri, ai diseredati ai quali dava assistenza gratuita. A Cinisi scrisse anche di filosofia, mantenendosi nella corrente di pensiero nord-europea, basata sulla concezione meccanicistica dei corpi viventi, interpretando il flusso vitale secondo la proto-termodinamica flogistica diffusa in tutta Europa fino all’ultimo quarto del XVIII secolo. Nel 1787, resosi vacante un posto di lettore di Chimica della Facoltà di Medicina della Reale Accademia degli Studii di Palermo, fu chiamato a ricoprirlo; quando, nel 1806, l’Accademia venne promossa a Regia Università, fu nominato Professore, titolo che mantenne fino alla morte. Inevitabilmente, in Meli l’esercizio della professione medica e l’insegnamento della Chimica – per alcuni anni di Chimica e Farmaceutica – non potevano restare separati: dalle pagine del manoscritto Elementi di Chimica, che contiene i testi delle lezioni del suo corso, traspare quanto le competenze di Medicina, Chimica e Botanica si intrecciassero tra loro. Per secoli la Medicina aveva utilizzato i semplici (sostanze singole ricavabili in Natura, soprattutto di origine vegetale) come basi per confezionare farmaci, mediante operazioni di riscaldamento o raffreddamento, di estrazione o cristallizzazione, di distillazione o di sublimazione, che la scienza chimica aveva assorbito all’interno delle sue competenze, senza perdere di vista le finalità terapeutiche dei relativi prodotti. Nelle sue lezioni di Chimica, Meli non dimenticò di citare quest’aspetto, che apprendeva dalla letteratura del suo tempo, basata sulla teoria del flogisto fino alla pubblicazione dei risultati sperimentali e delle riflessioni elaborate da Antoine Laurent Lavoisier (1743 – 1794).   ...
€ 25,00 25,00
copertina del libro Il secondo Ricettario di Giovanni Meli SCONTO DEL 5%
Giovanni Meli esercitò la professione medica dall’età di 24 anni fino ai suoi ultimi giorni di vita. Traccia di questo lungo impegno è rimasta in tre volumetti autografi: il ricettario antico e due ricettari professionali, dei quali il primo è stato già pubblicato per la nostra casa editrice nel giugno 2022. Nel secondo, Meli raccoglie e trascrive ulteriori interventi terapeutici da lui stesso sperimentati o dei quali è stato testimone, riferisce qua e là di pratiche tra superstizione e occultismo, consolida la presenza delle chimiche organica e inorganica nel suo reagentario medico, aggiunge altre decine di semplici all’eccezionale catalogo erboristico avviato con il primo ricettario. ...
€ 23,75 25,00