La Provincia del 03 novembre 2012
Driope, curarsi con le piante
C’è un patto tra uomo e natura
Ogni ripensamento, di solito, è il frutto di una delusione, di qualcosa che abbiamo sperimentato senza successo e ci ha aumentato il senso d’impotenza e di frustrazione.
Ecco allora che il rifiuto per quel qualcosa diventa totale e si incomincia a cercare una “via di fuga”, un rimedio altro in grado di farci ritornare la speranza. Così l’uomo, sempre più spesso, ritorna a rivolgersi alla natura. Non è un caso, dunque, che in tempi difficili aumenti l’interesse per la fitoterapia, il curarsi con le piante, miniera di sostanze benefiche ma anche assai tossiche, che da millenni gli erboristi selezionano e studiano per il nostro benessere.
Gabriele Peroni, chimico e farmacista, tra i maggiori erboristi italiani, già ricercatore all’università Statale di Milano, autore di decine di pubblicazioni scientifiche e di molti volumi divulgativi, conferenziere e docente in corsi specialistici, ha racchiuso gli anni del suo sapere e della sua esperienza sul campo in un monumentale trattato di fitoterapia intitolato “Driope” (Nuova Ipsa editore, 120 euro, pp. 1.047), come la ninfa trasformata in loto mentre allattava il suo bambino Anfisso.
Trent’anni di studi
Un lavoro in cui sono profusi trent’anni di studi e sperimentazioni, di cui la sola stesura, con gli aggiornamenti e le correzioni, le riletture e le “limature” è durata sette anni.
Nonostante sia un testo scientifico, il libro di Peroni è “trasversale”. «Ho voluto che il volume fosse consultabile a diversi livelli e si rivolgesse a tutti, perché la mia è l’opera di un divulgatore. In altri lavori ho cercato la sintesi, rivolgendomi più specificatamente ai tecnici, qui esiste una sezione scientifica e una “pratica”, in cui di ogni pianta descrivo storia e tradizioni, proprietà e impieghi e anche alcune preparazioni che ognuno di noi può fare in casa», spiega il dottor Peroni, collaboratore Rai e Rsi come esperto in fitoterapia.
Tante curiosità
“Driope”, che riporta in copertina un disegno dell’artista Domen Lombergar intitolato “La trasformazione di Daphne”, dopo i “cenni storici” sulla fitoterapia, quelli di farmacognosia, la scienza che studia la chimica delle sostanze vegetali, di galenica (tecnica di preparazione di farmaci e rimedi da parte del farmacista o dell’erborista), presenta la sezione più ampia, quella dedicata a decine di piante, sviscerate nei minimi particolari.
«È la parte fondamentale del testo, le preparazioni sono state tutte provate», spiega Peroni. Un “work in progress” che ha portato lo studioso ad aggiungere succosi capitoli, come i compendi di fitogemmoterapia e aromatera-pia, nonché sezioni dedicate alle piante velenose, selvatiche, da appartamento e giardino, ai funghi medicinalie ai prodotti dell’alveare. Non mancano, a fine libro, commenti commenti sull’oligoterapia, l’uso dell’argilla, gli utilissimi “distribuzione altitudinale delle piante medicinali” e il loro calendario di raccolta, oltre all’indispensabile glossario dei termini botanici, farmacologici e medici.
«Le piante non hanno ancora finito di stupirci con le loro proprietà benefiche, ma dobbiamo salvaguardare la biodiversità, smettere di distruggere intere foreste prima ancora di averne svelato fino in fondo i segreti».
Sempre più spesso ci si rivolge all’erborista, delusi dai farmaci di sintesi della medicina tradizionale, ma l’accelerazione imponente del nostro modo di vivere ci porta qualche volta a non avere la pazienza necessaria per seguire il lento lavorio della medicina naturale. «Ma quando ci si avvicina alle cure erboristiche occorre anche cambiare il nostro stile di vita, prenderci delle pause, pensare al nostro benessere fisico e spirituale. Anche solo fermandoci un quarto d’ora per preparare una tisana».
Mario Chiodetti