Rassegna stampa

Una raccolta dei migliori articoli di giornale sulle pubblicazioni della Nuova Ipsa editore di Palermo

In questa pagina del sito della nostra casa editrice puoi trovare la lista completa di tutti gli articoli dei principali giornali e testate giornalistiche che hanno effettuato le recensioni dei nostri libri.

Giornale di Sicilia del 22 aprile 2009
Il soldato e il marinaio, storie di libertà nella Sicilia di un tempo
LIBRI. “Uomini e donne” di Angelo Vecchio  
 
Anzitutto il tempo. Che è il passato. Come se la pratica del confrontarsi con il presente, Angelo Vecchio la lasciasse alla sua professione di giornalista. Per la creazione letteraria, la narrazione, l’affabulazione fantastica o semifantastica, la fascinazione forte è quella di atmosfere, personaggi e cultura che appartengono a ieri o a ieri l’altro. Accade così, come in precedenti opere, anche in questi due racconti - Le donne di Nenè e La villa dell’inganno - che compongono Uomini e donne (Nuova Ipsa Editore, 129 Pagine, 8 Euro). Evocativi in qualche modo i titoli delle due singole storie, di schietta, dichiarata semplicità il titolo che le riassume, come a voler sottolineare che qui si parla semplicemente di umanità, al di là delle strutture sociali o psicologiche, delle epoche e dei costumi, che inesorabilmente però condizionano gli uni e le altre. Si parla di sentimenti e di passioni che infrangono regole, che seguono più l’istinto che il raziocinio, che sembra (ma il prezzo è alto) non debbano render conto di sé al consorzio civile e a quello domestico. Come nella storia di Nenè, una sorta di Liolà marinaro, ferino in quel suo ruolo di bonario sultano di un harem che sconvolge i codici del buon senso e del vivere collettivo. O come in quella del soldato John che si gioca (e perde), per assecondare la sua naturale, curiosa virilità, prevedibili privilegi.
Certo, Vecchio descrive situazioni e ambienti anche con dovizia di particolari, con il consueto puntiglio cronistico; ma stavolta è come se li volesse lasciare quasi in secondo piano rispetto al lavorìo che affanna l’animo dei protagonisti. La mafia, ad esempio, che pur entra sempre nelle sue storie siciliane: ne La villa dell’inganno è accennata in alcuni tratti, più quinta che fondale ( fa il suo ingresso dopo ben 45 delle 73 pagine che formano il racconto e non no è certo uno dei perni). Così pure ne Le donne di Nenè: qui non è la mafia ma il sano buon senso di provincia, che aleggia. Né l’una né l’altro possono far qualcosa di fronte al costosissimo ma irrinunciabile libero arbitrio, davanti alla insaziata fame di vita del pescatore e del soldato.
 
Salvatore Rizzo