Rassegna stampa

Una raccolta dei migliori articoli di giornale sulle pubblicazioni della Nuova Ipsa editore di Palermo

In questa pagina del sito della nostra casa editrice puoi trovare la lista completa di tutti gli articoli dei principali giornali e testate giornalistiche che hanno effettuato le recensioni dei nostri libri.

Giornale di Sicilia del 31 dicembre 2006
Quel terribile compromesso
 
 
PALERMO. Né riscatto, né speranza di redenzione nella palermo descritta da Angelo Vecchio ne I misteri della Cattedrale (Nuova Ipsa, 153 pagine, 10 euro), dove i poteri della Chiesa si intrecciano - per non scontrarsi  con quelli di Cosa nostra, in un minuetto cruento i cui passi non seguono il ritmo della morale ma soltanto le ragioni di un terribile compromesso che deve far rispettare equilibri, confini, logiche di dominio economico e spirituale sul territorio. Chi turba tutto questo, chi pur peccando fortemente egli stesso, vuol scardinarlo, è destinato a morire. Ma non può certo arrivare a sospettare tanto il giovane Don Fabrizio (protagonista del romanzo, il terzo del giornalista-scrittore dopo L’ultimo oltraggio e Il professore e Cosa Nostra e dopo un’ormai sterminata produzione di digest mafiologici) che arriva in uno dei cosidetti "quartieri ad alta densità" e si trova davanti ad un degrado giovanile che sembra perfettamente programmato perché la realtà di quel microcosmo suburbano resti sempre soggiogata all’asservimento dettato dal bisogno, dalla necessità, dal sogno, più o meno raggiungibile, di modelli di vita che scimmiottano un presunto benessere. Don Fabrizio sarebbe anche disposto a scagliare la "prima pietra" - dal momento che anche lui non è immune da sbagli (la relazione con la bella figlia del boss del quartiere, la tentazione sempre in agguato nei confronti di uno dei tanti ragazzi sbandati che lo aiuta a metter su un doposcuola) - ma saranno proprio i suoi peccati, le sue umane debolezze, le sue fragilità impossibili da assolvere, a trasformarlo in oggetto di ricatto prima e in bersaglio alla fine. E sarà proprio clamorosamente dal suo stesso mondo che arriverà una sentenza di condanna, la più lontana dal sentire cristiano. La scrittura di Vecchio, stavolta, si fa ogni tanto immaginifica come volesse discostarsi da quella cronaca nera di cui anche al Giornale di sicilia è sempre stata strumento e anche per poter raccontare l’irraccontabile, una verosomiglianza che è difficile accettare come verità compiuta. Ci sono sì gli omicidi, c’è la spicciola quotidianità criminale del sobborgo, ci sono sguardi che s’incrociano e avvenimenti, parole pesanti e segni più pesanti ancora: ma c’è come un alone gotico che pervade l’intreccio tra i doppiopetto dei potenti e le merlettate tonache dei porporati.
S.Ri