Rassegna stampa

Una raccolta dei migliori articoli di giornale sulle pubblicazioni della Nuova Ipsa editore di Palermo

In questa pagina del sito della nostra casa editrice puoi trovare la lista completa di tutti gli articoli dei principali giornali e testate giornalistiche che hanno effettuato le recensioni dei nostri libri.

Giornale di Sicilia del 15 dicembre 2006
Gli anni dorati di Raimondo Lanza
In un libro la sua vita spericolata. Vincenzo Prestigiacomo racconta  
 
È la storia di un semidio fragile, di un danzatore sulla tolda del Titanic, di un uomo che nei suoi trantanove anni di vita compendia la grandeur e la crisi dei Gattopardi siciliani, di fronte all’avanzata della storia.. Storia che avanza e rumoreggia - più forte degli ultimi tintinnii dei flute di champagne - storia che travolge palazzi, duelli, corse, fese, illusioni nel disastro della guera e nell’avanzare della modernità. Sotira che si riassume nella parabola di Raimondo Lanza di Trabia, nato illegittimo da cromosomi di altissimo lignaggio, vissuto nell’estrema stagione di sfolgorio dell’aristocrazia isolana, morto suicida nel 1954 dopo un volo dalla finistra dell’Hotel Eden di Roma. A lui, a "il principe irrequieto" - questo il titolo del libro - il giornalista Vincenzo Prestigiacomo ha dedicato un volume, pubblicato da Nuova Ipsa Editore, che è l’esito di sedici anni di ricerche d’archivio, di ricognizioni sui luoghi, di testimonianze rintracciate tra gli utlimi testimoni di quel tempo e i protagonisti del jet set internazionale di cui l’aristocratico fu scintillante tassello. "È stato come scalare il K2" commenta l’autore che ieri ha presentato il libro nella quadreria di Palazzo Butera che fu la stanza dei giochi del principe, alla presenza di mezza aristocrazia siciliana (a cominciare dai padroni di casa Moncada di Paternò) e di Venturella, la prima delle figlie nate da Raimondo e Olga Villi, star del teatro e del bel mondo.
Sfilano, nel libro, le testimonianze sulla nascita del rampollo, frutto di una relazione tra Giuseppe Lanza Branciforti di Scordia (figlio del Senatore del Regno Pietro di Trabia e di Giulia Florio) e l’aristocratica veneziana Madda Papadopoli Aldobrandini, già sposata. Rintracciati uno a uno, rincorsi negli ultimi palazzi blasonati o in appartamenti borghesi, parlano i primi amici palermitani di Raimondo, quelli che condivisero con lui gli anni dorati dell’adolescenza tra Palazzo Butera e la residenza delle Terre Rosse, l’attuale Villa Trabia. Parlano personaggi oggi in gran parte scomparsi, da Gianni Agnelli a Edda Ciano Mussolini fino ad Antonello Trombadori, che contribuiscono a ricomporre il mosaico di una vita spericolata e vissuta nel mito della velocità, quella velocità che i Futuristi predicavano come segno distintivo dell’epoca, quella velocità dei giocatori della squadra del palermo di cui il principe fu presidente, dilapidando per gli acquisti un pezzo della sua fortuna.
La città, eterna orfana dell’impero e del trono, la città nostalgica di Federico II e del suo splendore normanno, tornava a sentirsi al centro del mondo, meta di reganti e di grandi industriali. I primi amori, tra cui Susanna Agnelli, gli scherzi crudeli per cui era famoso, gli anni da volontario nella guerra di Spagna percorsi con furore dannunziano, i viaggi dallo Scià di Persia e dai principi indiani, la guerra vissuta da uomo di mondo - divisa fascista e sigarette americane - il ritorno a un mondo di feste e amori nella città devastata dalle bombe. La sua corsa si arrestò in quel volo, il 30 novembre 1954, dopo anni di difficoltà economiche, stravizi, insofferenza alle visite mediche che gli imponevano i familiari nell’illusione di guarirlo dalle crisi di nervi. Lui era un semidio, mica un malato, e non poteva accettare che il suo mondo crollasse. Al funerale erano in 25mila, come svegliati di botto da un bel sogno.