Rassegna stampa

Una raccolta dei migliori articoli di giornale sulle pubblicazioni della Nuova Ipsa editore di Palermo

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Giornale di Sicilia del 21 dicembre 2005
In Matassa la metafora del ritorno, per ritrovarsi
CLEMENDOR.  
 
Tutto ruota sul ritorno. Il ritorno di una giovane, bella e misteriosa donna, così come quello un mandarino, che nasce, muore e poi risorge sul territorio palermitano. La storia è quella raccontata da Lorenzo Matassa nel suo ultimo libro: Clemendor. Un mistery a palermo (ed. Nuova Ipsa). Il libro è stato presentato ieri sera alla Cuba di Villa Sperlinga, nell’ambito della rassegna Cinque sensi s’autore, la rassegna letteraria organizzata dalla Porche Italia, in collaborazione con la Scuola Gershwin di Padova.
L’autore de Il segmento aureo e di Stereogramma ha utilizzato come titolo della sua nuova fatica, proprio il nome di un mandarino, chiamato anche Amarilli o havana de Palermo, che ha avuto una storia botanica piuttosto curiosa. Questo frutto, infatti, si era estinto dalle terre siciliane all’inizio del quindicesimo secolo. L’opera dell’uomo, però, per una volta riuscì a sopraffare la natura, imponendo un ritorno nell’Isola grazie all’opera dei conquistatori. Quel mandarino attecchì definitivamente in Sicilia dopo la scoperta dell’America. Da questa vicenda la metafora del ritorno al centro del libro di Matassa.
In questo caso a fare ritorno a Palermo è Nadine Du Manoir, che rientra in città alla ricerca del suo passato, per ritrovare se stessa, ma anche per una vendetta e, in fondo, per adempiere a un dovere d’amore. Insomma, un intreccio tra passato e presente.
Parallela la storia dell’investigatore privato Raimondo Candeliere (italianizzazione del nome del giallista statunitense Raymond Chandler). Candeliere vive in uno dei quartieri a rischio di Palermo, una città che nel racconto sembra animarsi di storie straordinarie. Una notte l’investigatore viene svegliato da un amico che gli fa una proposta difficilmente rifiutabile; un milione di euro. La missione? Apparentemente si tratta di recuperare preziose opere d’arte trafugate, in realtà sotto sotto sembra esserci dell’altro.
Raimondo viene posto alla guida di una Porche 356, la stessa utilizzata dall’inquieto James Dean. E anche l’auto, in qualche modo, darà una mano all’investigatore per scoprire il Clemendor. Un ritrovamento che gli cambierà la vita.
E a proposito di Cinque sensi d’autore, è intervenuto Loris Casadei, direttore generale di Porche Italia: "la manifestazione intende creare un rapporto col pubblico, offrendo emozioni grazie all’incontro fra diversi linguaggi".
Marco Volpe