Rassegna stampa

Una raccolta dei migliori articoli di giornale sulle pubblicazioni della Nuova Ipsa editore di Palermo

In questa pagina del sito della nostra casa editrice puoi trovare la lista completa di tutti gli articoli dei principali giornali e testate giornalistiche che hanno effettuato le recensioni dei nostri libri.

Il Giornale del 14 gennaio 2014
Bassarelli, umanissimo misantropo
 
 
 Come in un conte cruel di Barbey d’Aurevilly, il cocchiere che a tarda notte accompagna a casa un vecchio signore si lascia andare ai ricordi: quando ero bambino, spiega al passeggero, quarant’anni fa, mio padre due volte la settimana sorvegliava la porta del circolo dal quale ora è uscito lei, per controllare che il marito di una donna infedele non salutasse gli amici prima del tempo e, nel caso, avvertirla con un colpo di telefono…

Naturalmente l’uomo nella carrozza è il marito tradito, che apprende così, brutalmente, quanto fosse solida la virtù della moglie: “Lei! Teresa l’ingenua, Teresa la semplice! La buona, la religiosa, la santa…”. Stiamo parlando di un racconto di Antonio Bassarelli, un autore che potrebbe essere annoverato fra i maggiori scrittori italiani, se solo gli ultimi kingmakers in circolazione (i Citati, gli Arbasino) smettessero di lamentarsi dei tempi che corrono e, travolti da improvvisa generosità, restituissero almeno una parte dell’ammirazione grazie alla quale sono diventati celebri.

Bassarelli è scrittore elusivo: di lui, in Rete, si scova solo una fotografia minuscola e quasi illeggibile, scattata durante la consegna di un premio allora presieduto da Carlo Bo e vinto con La Trovatura, un romanzo pubblicato da Rizzoli nel 1972. Le note biografiche sono altrettanto scarne: nato a Messina nel 1931, è diventato giudice nel 1959 ed ha continuato ad esercitare il mestiere di magistrato fino a pochi anni fa. Dopo La trovatura, un silenzio durato più di trent’anni interrotto da una raccolta di racconti, Di Elena e dell’ombra, e da un romanzo giallo, Per questi motivi. Adesso un nuovo, recentissimo volume (Tredici pretesti per tredici racconti, Nuova Ipsa Editore, pagg. 161, euro 14) conferma l’assoluta statura di Bassarelli come scrittore. Sono racconti fenomenali, nei quali il mestiere di giudice si fa sentire e dove convergono un Pirandello alleggerito dalle ossessioni familistiche, Sciascia, nonché il crepuscolare senso di sconfitta di Tomasi di Lampedusa. Ciò che colpisce nelle pagine di Bassarelli è l’atteggiamento umano, l’articolazione di una insofferenza radicale che oltrepassa la misantropia. Del resto, solo un misantropo può avere la forza di scrivere e lustrare racconti di simile qualità, senza preoccuparsi di quali e quanti lettori risponderanno all’appello.
Fabrizio Ottaviani