Rassegna stampa

Una raccolta dei migliori articoli di giornale sulle pubblicazioni della Nuova Ipsa editore di Palermo

In questa pagina del sito della nostra casa editrice puoi trovare la lista completa di tutti gli articoli dei principali giornali e testate giornalistiche che hanno effettuato le recensioni dei nostri libri.

Corriere della Sera del 21 ottobre 2013
Totò, quell’ultima volta
Storia del principe che non voleva smettere  
 

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Un capitolo della storia del teatro dai numerosi risvolti anche personali mai del tutto svelati. L’ultima parte della vita sul palcoscenico di Totò. Il «principe» era in scena al Politeama di Palermo con «A prescindere», programmato dal 4 al 6 maggio 1957, ma l’ultima replica saltò per il peggiorare della malattia agli occhi che da tempo lo tormentava. Furono tre medici della città a convincere Totò a rinunciare alle rappresentazioni. Troppo pericoloso stare su un palco con la vista che gli tirava continui scherzi.

Fra quei medici, c’era il professor Giuseppe Cascio, ed è all’anziano dottore che s’è rivolto Giuseppe Bagnati per ricostruire quella fase della vita di Totò che lo vide abbandonare per sempre le scene teatrali. Palermitano di nascita, una carriera costruita al «Giornale di Sicilia» e al «Mattino», Bagnati è stato per lungo tempo vice caporedattore alla «Gazzetta dello Sport» a Roma. Alla passione per il calcio, su cui ha scritto libri, ha sempre accompagnato un interesse per la figura del grande comico napoletano. «Ma scrivere un altro volume su Totò avrebbe avuto poco senso - spiega -. Così sono andato a cercare le cose mai dette».

«Totò, l’ultimo sipario» (edito da Nuova Ipsa, con prefazione di Gianni Riotta, sarà presentato oggi alle 17.30 alla libreria Koob, in via Luigi Poletti 2), interroga alcuni personaggi, e il loro racconto si tinge di folklore, umori popolari, sfondi d’epoca. Un’ala di folla accompagnò l’ingresso di Totò nello studio del professor Cascio. Fiori, applausi. Il responso medico fu senza appello: Cascio non concesse a Totò l’ultima replica, troppo rischioso. E non tentennò neppure un attimo, il professore, quando impresari teatrali bussarono alla sua porta, cinque milioni di lire in mano, perché il certificato venisse cambiato. Uscendo dal palazzo – pure questo è scritto nel libro – Totò lasciò lauta mancia al portiere 5.000 lire. E per non aver compiuto quell’ultima recita, il produttore intentò una causa all’attore, cui una perizia di parte diede però ragione.

Di quegli anni parlano nel libro Franca Gandolfi, Domenico Modugno, nella compagnia dello spettacolo con Franca Faldini, compagna di Totò anche lei oggi alla presentazione, l’attore Mario Di Gilio, Lando Buzzanca che ebbe la fortuna di assistere dal loggione a una delle tre repliche e conserva alcune immagini, l’acclamazione del pubblico,

«Totò guarda quassù», «Totò sei grande!». Il bello della rivista. «Storie e destini s’incrociano - fa notare Bagnati -. In Capriccio all’italiana, l’ultima sua pellicola, Totò canta Cosa sono le nuvole, testo di Pasolini e musiche di Domenico Modugno, marito di Franca. L’incontro con la figlia Liliana De Curtis mi ha consentito di descrivere un’altra figura poco nota, quella della mamma Anna, nata a Palermo e morta a Napoli. Donna imponente, quanto esile era invece il papà. La signora annotava ricette, in cui è evidente l’influenza palermitana».

In «Totò, l’ultimo sipario» anche il programma di sala, immagini da quelle tournée di sorrisi e belle donne, riferimenti alla tesi di laurea di un dottore di Chieti sulla malattia agli occhi di Totò. E documenti, rintracciati «non senza mille difficoltà» nelle biblioteche, insieme a quattro codici a barre per vedere filmati su smartphone. Ma come convisse Totò con la malattia? «Sopportò sempre con grande dignità - racconta Bagnati - e alla sua maniera. Ciò che lo faceva più arrabbiare era non entrare più nel suo frac di scena per l’aumento di peso dovuto alle cure».

Laura Martellini