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In tempi bui gli intellettuali sono messi alla porta, ma non cessano di essere necessari. Sono la finestra sull’altro e sull’oltre, senza fumosi misticismi. Sono la parola che si fa discorso e rifugge dalla chiacchiera, dallo slogan, dall’ammiccamento. Sanno resistere alla rete della civiltà di massa senza rinunciare alla comunicazione. Sono la voce che sa della memoria, si tuffa nel presente e apre al futuro.
É regista, saggista e autore teatrale. Dal 1985 ha fatto parte del Teatro Teatés, diretto dal padre Michele. Insegna “Teorie della scena” alla Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo di Palermo diretta da Emma Dante. Collaboratore della rivista “Segno”, ha pubblicato Sparizione e Ritorno (Navarra, 2008) e, con Giuseppe Marsala, Il volume del futuro (Qanat 2013). Con il Palindromo ha pubblicato il racconto Il libro dello scandalo nella raccolta Riflessi a Palermo (2016) e il romanzo L’amore custodito (2017).
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