Filippo Rossi

Filippo Rossi è un giornalista freelance italo-svizzero nato a Lugano. Dopo gli studi in scienze politiche, letteratura e linguistica araba e portoghese all’università di Zurigo, comincia la sua carriera nel giornalismo, specializzandosi in conflitti e crisi a livello internazionale. Negli ultimi 10 anni, ha coperto tutti i conflitti attuali, dall’Iraq fino alla Siria, all’Afghanistan, al Caucaso e all’Africa. In particolar modo, ha passato molto tempo viaggiando nei più remoti meandri dell’Afghanistan, Paese con il quale ha intrattenuto una relazione molto stretta. Resosi conto della manipolazione mediatica, ha deciso di allontanarsi dal mondo del giornalismo mainstream. Nel 2021, inoltre, Rossi ha pubblicato il suo primo libro, Il Gioco Impossibile, vincitore, tra gli altri, anche del Premio Internazionale di letteratura della città di Como (edizione 2022).

copertina del libro Nato per Uccidere di Filippo Rossi SCONTO DEL 5%

Filippo Rossi ha viaggiato, addentrandosi nei meandri dell’Afghanistan, in zone rimaste isolate per decenni per via dell’insicurezza, della presenza di soldati e signori della guerra, forze occupanti, Talebani e terroristi di dubbia provenienza, per riportare le storie e le testimo­nianze dirette di persone che hanno subito danni e perdite di familiari a causa dell’invasione occidentale in Afghanistan e la se­guente occupazione, mettendo in risalto il loro punto di vista spesso di­menticato o sottovalutato.

«Un viaggio che mi ha arricchito mol­to ma mi ha anche aperto gli occhi sul vero operato occidentale, della NATO, degli Stati Uniti, che hanno imbevuto di menzogne il mondo intero sui loro intenti pacifici per decenni, giustificando l’uso di una violenza sistematica e brutale contro una popolazione traumatizzata con la menzogna della lotta al terrorismo e, peggio ancora, masche­rando i misfatti e i crimini con impunità, silenzio, censura e, nel caso americano in particolare, evitando di aderire ai trattati internazionali per proteggere i propri interessi».

L’Occidente, con la sua macchina d’as­salto, ha invaso, occupato e “costretto” un’intera popolazione a sotto­mettersi alle sue idee, ai suoi concetti considerati come migliori, più “umani e responsabili”, attraverso un apparato mediatico, fatto anche di organizzazioni umanitarie e progetti di varia natura.

«I crimini contro i civili, erano stati commessi non solo dai Talebani e dalle forze afghane, ma anche dalle forze occidentali, che si vantavano di essere etiche e di rispettare le convenzioni internazionali, i diritti dell’uomo ma che, in determinati periodi dell’occupazione, furono la principale fonte di morte di civili».

Indice

Prefazione di Marco Pizzuti

Nota dell'Autore

Preambolo

Introduzione

  1. Bombe e raid
  2. Il tramonto di una repubblica
  3. Diffidenza e astio
  4. «Tsapa»
  5. Negare fino a prova contraria
  6. Regolamento di conti
  7. Afghan Air Force al servizio dl Washington
  8. Faccia da talebano
  9. Naan con bombe
  10. «Immunità o impunità?»
  11. L’effetto dell’impunità
  12. La guerra clandestina della CIA
  13. Prigione preventiva
  14. Prigione preventiva
  15. La propaganda talebana
  16. «Ops, scusate, abbiamo sbagliato!»
  17. Comunità sotto il fuoco
  18. Parlano le donne
  19. Nell’inferno di Sangin

Conclusioni

Ringraziamenti

€ 23,66 € 24,90